“Non soltanto lo spirito ha diritto ad esultare, ma anche la carne”. Ecco, in sintesi, la filosofia di vita di Gia, una scrittrice veneziana di romanzi erotici. Alla soglia dei sessant’anni, da qualche tempo ritornata con la compagna dei suoi vent’anni, in quel rinnovato fidanzamento, quest’ultima la sprona a raccontarle le vicende ludico-amorose descritte nei suoi numerosi romanzi, dove l’autrice riversa le sue più audaci e sfrenate fantasie sessuali condite da un moderato sadomaso e fetish, qualcosa che, d’animo mite, in realtà, lei mai farebbe. Ed è così, che, a tinte molto spudorate, nella collana erotica si narra un sesso sempre gioioso, giocoso, e, giacché esagerato, spesso persino chimerico. Nelle vicende inventate, che avvengono dapprima a Venezia e dintorni, oltre che in altre varie località italiane ed estere, i personaggi - donne - si muovono nell’invenzione d’un empireo saffico costellato da conturbanti giochi moderatamente sadomaso e marcatamente fetish dal potente profilo erotico, mai violenti ma consensuali e condivisi, dove ogni brama è esaudita in una fitta coltre di beatitudine priva d’ogni elogio dell’abuso o della crudeltà. Come accennato, sebbene nella narrazione compaiano ricorrentemente degli eccitanti giochi erotici che indulgono al sadomaso, la collana erotica “Gia” non è per nulla adatta a chi vi cerca la rappresentazione della violenza autentica, qualcosa avverso la quale l’autrice si schiera anche ideologicamente. E quindi, per l’autrice si tratta d’una valvola di sfogo delle proprie fantasie, dove, in maniera irreale, l’amore e il sesso sono messi a nudo nella loro dimensione prettamente pulsionale; spogli, quindi, d’ogni tediante quanto pletorica implicazione cervellotica, nevrotica, o pseudo romantica, in sostanza sono delle favole per adulti raccontate in maniera esplicita nella loro gratificante essenzialità erotica. Benché la narrazione non manchi d’entrare sovente in temi meno leggeri, si tratta essenzialmente di racconti piuttosto hard, ma mai inutilmente volgari, che, privi di sofismi introspettivi e dall’esito appagante e felice, sono costantemente permeati da impeti di donne verso altre, in un clima improntato all’allegrezza. In questo primo libro della serie, si narra d’una esperienza molto particolare: firmato un accordo di sottomissione sessuale temporanea con un’affascinante Mistress tedesca di nome Camilla, il personaggio Gia e le sue quattro giovani amanti si recano al suo castello, ubicato nei dintorni di Norimberga.L’accordo prevede che, nel primo mese, in sua assenza, le donne possano disporre a loro piacimento di Brunhilde, la bella sottomessa preferita della Castellana, salvo, nel secondo, sottomettersi a loro volta a quest’ultima. Si avverte che nei romanzi della serie sono trattati contenuti sessuali molto espliciti; e pertanto, oltre che vietati ai minori, sono sconsigliati per le persone sensibili su tale tema.